martedì 8 gennaio 2013

Perché il titolo, perché il nick

Nel pensare a quale post usare per iniziare seriamente questo blog ho deciso di usare una sorta di presentazione. Non di me, o almeno non in senso stretto, ma credo che la motivazione del titolo del blog e del nick dicano moltissimo di me.

La partenza deve essere certamente il mio rapporto con l'inverno, LA stagione in assoluto, che ovviamente io adoro -non s'era capito-.

L'autunno ha sempre dei colori mozzafiato, penso che quando si arrossano le viti (credo siano tali, almeno) vicino ai binari fra la stazione di Lambrate e Milano centrale riescono sempre a strapparmi un sorriso: un rosso così feroce, non si può non amarlo. O quando andavo alle superiori passavo a piedi dal parco, e tutti i giorni per un certo periodo c'era un colpo d'occhio diverso, dato che i vari alberi cambiavano colore in modi e tempi diversi. Credo che l'unico viaggio che mi piacerebbe fare fuori dall'Europa sia in Canada, a vedere quelle enormi distese di alberi rossi. Love <3



La primavera ha un'esplosione di profumi e colori, c'è la natura che torna con tutta la sua forza, ed è obiettivamente il periodo dell'anno in cui si sta meglio in quanto temperatura. Fra l'altro qui arriva il vento dalle montagne, quindi a volte i profumi dei fiori si mischiano a profumi portati da lontano. La primavera è la stagione dei profumi! C'è da dire che anche nei colori si difende un gran bene, anche se il mio cuore resta all'autunno, non si può non restare a bocca aperta di fronte ai campi di fiori.



L'estate, onestamente, è per me un tasto dolente, perché soffro il caldo e nella depressa pianura l'umidità lo rende ancora più insopportabile, ma c'è da dire che ho imparato ad apprezzare i pomeriggi in piscina e le fughe verso luoghi con temperatura migliori (tranne quest'anno, non c'è stata fuga abbastanza lunga da farmi scappare dal caldo -sigh). Sono una brutta persona, ammetto di aver avuto bisogno di pensarci per parlare bene dell'estate. Il nostro rapporto sta migliorando, comunque.



Ma la stagione che preferisco resta sempre e comunque l'inverno.





Ah <3
E lo so cosa state pensando: come fa a piacere una stagione così fredda, ostica, problematica e rigida? Al cuor non si comanda.
A parte questo, anche per me l'inverno significa avere mille problemi, poi figuriamoci, in pianura, evviva la nebbia, l'umidità e quanto di più antipatico si possa pensare.
Vero, sembra quasi non avere nulla di dolce. E invece. L'inverno sono le coperte in cui arrotolarsi, i thè caldi, il calore che si ritrova dopo essere stati fuori al freddo, che non so voi, ma a me scalda anche il morale. L'inverno sono le sciarpe e i cappelli, gli stivali e i maglioni, il mio lato frivolo adora anche questo. L'inverno sono i dolci, le cioccolate, il mio lato alcolizzato vorrebbe aggiungere anche che d'inverno si possono bere tranquillamente le birre belghe meno amichevoli, perché d'estate sono decisamente troppo, per dire. Poi l'inverno sono le feste. Personalmente adoro il Natale, Capodanno, poi ho il compleanno il 7 (che a Milano è anche festa), tante belle cose.

Dicevamo, e poi c'è lei. La neve. La signora in bianco che copre tutto: colori, profumi, suoni. Quando c'è lei è la protagonista assoluta, col suo profumo freddo-dolce...parentesi: solo io penso che la neve abbia un profumo? Freddo-dolce, quando minaccia neve il vento è più dolce.
La neve di solito si accompagna a disagi, pericolo, non è una cosa che si possa prendere sotto gamba, ed è giusto che sia così. Come la nebbia, non è per tutti, la neve è una cosa molto poco democratica, perché se decide di voler nevicare, non importa niente se c'è già un week end prenotato per andare a festeggiare romanticamente il compleanno (coff coff, esempio casuale, mannaggia). Niente, nevica, e si sta a casa perché è pericoloso.

Come vedete non ho una visione idilliaca dell'inverno, nè della neve, ma non riesco a non emozionarmi come una bambina quando si imbianca tutto, non riesco a non amare qualcosa che attutisce il caos di suoni del mondo. Come si fa a non correre in mezzo a uno spazio di neve non ancora calpestata?

Il nome poi deriva ovviamente dall'opera di Shakespeare, quella storia fiabesca, onirica, così sognante. Non è una delle mie opere preferite, però secondo me sarebbe perfetta se fosse stata in inverno. Magari ad altri è capitato, guidando con la neve, pian piano si alza la nebbia e a un certo punto perdi completamente l'orientamento (ok, non è bello, questo) e ti ritrovi a cercare di accostare andando a ricordo, per esempio io avevo trovato un distributore e mi son fermata. E si resta lì, senza saper distinguere il cielo dal terreno, per un momento sembra di stare in un altro mondo. Penso sia l'esperienza più vicina alla cecità che si possa fare, ma anche vicina a un sogno strano. Quando è capitato mi sono fermata, e sono rimasta lì ad aspettare che la nebbia o si alzasse un po', o almeno si schiarisse, e per quei venti minuti d'attesa mi è sembrato davvero di essere in mezzo a un sogno.

Poi i colori del cielo. So che all'inverno non si associano molto i colori, però col freddo le stelle son più luminose, e la mattina (io mi sveglio piuttosto presto) l'alba è qualcosa di magnifico. Magico. Come trovarsi in mezzo al bosco dell'opera di Shakespeare.

Questo post è venuto un papiro. molto più di quanto mi sarei aspettata onestamente. Spero di non avervi annoiati troppo, ma credo che una presentazione del tipo nome, età, cosafaccionellavita sarebbe stata ancora più noiosa e meno personale.

Un sorriso!

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